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Clima e vegetazione

Clima
Non essendo state istallate nel comune di Ugento stazioni metereologiche, lo studio del clima della zona in esame è stato eseguito analizzando ed elaborando i dati per gli ultimi 3 anni (2005-2007), rilevati dalla stazione termopluviometrica di Supersano( 103 m s. l. m.) essendo quest’ultima prossima al Comune oggetto di studio.

Il mese più piovoso è Dicembre con 122 mm di pioggia , quello più secco è Luglio con appena 13.6 mm di pioggia; il numero medio annuale di giorni piovosi è 59. La massima temperatura media annua è di 26.9 °C, quella minima è di 9.6 °C. I mesi più caldi sono Luglio e Agosto con media massima mensile di 30.1 °C e minima mai al di sotto dei 20.2 °C. Febbraio è il mese più freddo con media mensile di 9.6 °C.

Ugento fa parte della fascia jonica per le temperature, la più calda, con temperature media tra i 17 ed in 18 °C, a causa delle correnti orientali. Per quanto riguarda i venti, in sintesi, il Salento leccese è caratterizzato da venti provenienti prevalentemente da N e NW e, subordinatamente, da S e SE, con una prevalenza sia in frequenze che in intensità, di quelli settentrionali durante l’estate, di quelli meridionali d’inverno, quando fra l’altro si verificano gli eventi di maggiore intensità.

Vegetazione
L’area dei bacini di Ugento si presta perfettamente per la lettura delle differenti fasce vegetazionali che si succedono procedendo dal mare verso l’interno: è possibile infatti riconoscere, nell’ordine, la vegetazione dei litorali sabbiosi e rocciosi, quella tipica degli ambienti retrodunali umidi, quella palustre, la macchia mediterranea.

I tratti di costa caratterizzati dalla presenza delle dune sono colonizzati dalle tipiche specie psammofile e alofile, dotate cioè di peculiari specializzazioni (succulenza delle foglie e dei fusti, rizomi molto sviluppati, spinescenza) in grado di adattarsi al substrato ad alto contenuto di sali e povero d’acqua, alle forti insolazioni estive e alle escursioni termiche.

Tra le specie più diffuse e più rappresentative delle dune mobili vanno ricordate la rughetta di mare, l’eringio, la pastinaca marina , il vilucchio delle spiagge, la santolina delle spiagge, il giglio delle dune. A queste vanno aggiunte alcune graminacee xerofile, i cui fitti cespi colonizzano la parte sommitale delle dune, e la gramigna delle spiagge.

Immediatamente oltre la zona delle dune mobili, in corrispondenza delle dune stabilizzate, si riscontrano, a tratti, lembi relitti della macchia di clima caldo – arido, caratterizzata dalla presenza del ginepro coccolone e del ginepro fenicio, associazione un tempo sicuramente molto più diffusa. Ai ginepri si affiancano le specie tipiche della vegetazione psammofila associate alle specie tipiche della macchia mediterranea (xerofila fillirea, cisti, rosmarino, leccio allo stato arbustivo). Nella zona delle dune stabilizzate è stata poi di recente segnalata una specie nuova per la flora italiana, il fiordaliso di Creta: si tratta di una composita psammoalofita, molto rara e finora segnalata lungo le coste sabbiose dell’Africa nord – orientale e dell’Asia Minore, con un’unica presenza europea nell’isola di Creta.

In un tratto della costa di Ugento si incontra una delle più antiche pinete costiere del Salento, la Pineta Rottacapozza: tale pineta di pino d’Aleppo è stata impiantata nei primi anni del 1700 da alcuni frati di Gallipoli, ma oggi ha raggiunto un elevato grado di spontaneità e un’elevata naturalità (al suo interno è presente un’orchidea endemica del Salento e molto rara).

Il tratto nord della costa di Ugento è invece caratterizzato da un litorale basso e roccioso, colonizzato da poche specie alofile. Appena più all’interno la scogliera è invece caratterizzata da una gariga bassa ad Euphorbia spinosa, dove si è riscontrata la presenza di due rare specie quali la campanella a foglie strette e l’antillide di Herman Alle spalle del sistema dunale si incontrano gli stagni temporanei, secchi d’estate, dove la composizione floristica varia in funzione di parametri quali la salinità e la composizione del suolo.Abbondano in quest’area numerose specie di giunco (utilizzati in passato per la produzione di panieri e ceste) e di carici.

Procedendo verso l’interno si attraversano le praterie alofile, dove è possibile rinvenire un gran numero di orchidee, alcune tipiche di ambienti umidi. Questi habitat sono in continua regressione a causa del continuo ampliamento della rete di accessi carrabili al mare e della diffusione dei parcheggi nel retroduna.

Procedendo verso i bacini si incontra l’area caratterizzata dalle steppe salate, colonizzate da specie alofile come la salicornia, in consorzio con varie specie di atriplice, con la statice e l’inula.

Gli specchi d’acqua, le sponde e le bassure dei bacini sono poi colonizzati dalla cannuccia di palude (Phragmites australis), cui si associano numerose altre specie, quali la tifa, i carici, etc. Le acque salmastre dei bacini ospitano invece una vegetazione tipicamente lagunare, con popolamenti di idrofite radicanti fluttuanti o natanti, come la lenticchia d’acqua , e dalla macro alga Ulva rigida, che costituisce alimento principale per molti anatidi. Lungo gli argini dei canali collettori e dei bacini si insedia una fitta vegetazione riparia costituita in particolare da carici e giunchi, ma anche da specie molto rare come per esempio la campanella palustre.

Ancora più all’interno, ai piedi delle Serre di Ugento, si incontrano infine le specie tipiche della macchia mediterranea. Oggi accanto al leccio, spesso allo stato arbustivo o di piccolo albero, si riscontra la presenza dei tipici arbusti sempreverdi della macchia mediterannea, quali il mirto, il lentisco, il rosmarino, i cisti, l’olivastro, la fillirea, il corbezzolo, l’ alaterno, la dafne, la ginestra spinosa, l’euforbia arborea, l’erica, il perastro e molte altre, che originano spesso complessi fitti e impenetrabili in cui le singole piante perdono la loro individualità.

Le radure nelle e ai margini delle aree a macchia, le aree con roccia affiorante e le aree maggiormente attaccate dall’attività antropica nel corso del tempo, sono invece caratterizzate dalla presenza di vegetazione a gariga e di vegetazione erbacea, la cosiddetta pseudosteppa ricca di piante annuali, in particolare graminacee.

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